“Portami a casa” “Stefano, sei già a casa”, settembre di diciannove anni fa, ritiro di Milanello, venti chilometri di mobili e nebbie da Giussano, la città di Stefano Borgonovo che dall’altro capo del telefono si stava lamentando. Di cosa diavolo può lamentarsi il centravanti emergente del calcio italiano approdato al Milan di Sacchi, campione Intercontinentale, per vincere scudetti e Coppe dei Campioni? provai a domandarmi. “Gli schemi, Carlo. Con Sacchi, il centravanti non tira. Mai. Spalle alla porta. Sempre. E io quando segno?” “Ma ne hai appena fatti tre al Galatasaray?” “Ho fatto di testa mia, ma il “pelato” mica era contento alla fine.” Quindici mesi di procuratore, non un’idea ancora precisa su come funzionasse la psiche di un calciatore. Bevevo tutto. Solo più tardi avrei imparato che niente capita per caso. Dietro al lamento spesso c’è un’altra bizza da disinnescare con cura. La storia degli schemi suonava assurda. Sospirai, comunque, doverosamente afflitto e partecipe. Gli mancava Firenze, non volevo crederci. (Carlo Pallavicino, ex procuratore di Borgonovo)
E non perde il buonuomore. In uno scambio di mail con Roberto Donadoni che gli preannunciava il probabile arrivo di Marco Van Basten a Firenze per la gara Fiorentina-MIlan dell'8 Ottobre prossimo, Borgonovo ha risposto al computer: "Speriamo abbia impegni quel giorno, altrimenti mi tocca la panchina anche questa volta..."
Sono eccezionali, sono quasi imbarazzato, ma tu sai perfettamente quanto io ami firenze, la sua gente, la loro schiettezza, la loro fantasia e coerenza...poi, al mondo non c'è nulla che possa minimamente eguagliare l'amore che hanno verso la FIORE...GRANDI!!! ciao, STEFANO
Mi ricordo di quel giorno allo stadio. Campionato 1989, Fiorentina Inter. L'inter schiacciasassi di quel campionato che avrebbe vinto con ben 11 punti di distacco sulla seconda il Napoli. Una partita senza storie sulla carta. Andamento altalenante. Dal 2 a 1 per noi al 3 a 2 per loro. Un quarto d'ora dalla fine e Borgonovo pareggia. Eravamo già increduli così. Inchiodare sul 3 a 3 l'Inter era già un miracolo. E l'Inter come stupita da tanta opposizione sembrava accontentarsi anche lei del risultato. Si giochicchia. Stefano Borgonovo si ferma a legarsi una scarpa ai limiti dell'aria. Io guardo verso il centrocampo per seguire dove possa andare l'eventuale rinvio della palla. E' un attimo, un lampo. Quasi non mi accorgo di quello che è successo. Un giocatore dell'Inter (mi sembra Bergomi ma non ci giurerei) passa con calma e sicurezza la palla indietro al portiere. Una magia, un gioco di prestigio. Borgonovo non è più a terra ma sulla linea del pallone e insacca il goal del 4 a 3. Nessuno ci ha capito niente. Neanche noi sugli spalti che non crediamo ai nostri occhi. Il cuore ha un sussulto e vorrebbe stringere forte Stefano. Il nostro eroe.
Me lo ricordo così Stefano. Con quella faccia pulita e un po' irriverente, con la gioia di giocare a calcio in una squadra senza apparenti ambizioni e che poi invece diventerà la rivelazione del campionato con la famosa B B, 29 reti in due quell'anno. Quel goal è il suo emblema. La gioia di giocare, l'estrosità, la gioia di vivere.
Non volevo crederci quando ho letto che era affetto da Sla.
Conoscevo Stefano solo come giocatore. Poi leggendo gli articoli su di lui ho scoperto l'uomo. Probabilmente il suo carattere schivo e fuori dai riflettori non mi aveva permesso di conoscerlo dal punto di vista umano.
Mi sono commosso nel leggere l'articolo di Pallavicino, le sue battute su Van Basten, il suo stupirsi per l'affetto di Firenze per lui.
Ho scoperto un uomo che aveva nascosto gelosamente il suo male e che è uscito allo scoperto non tanto per sè stesso ma per poter aiutare tanti meno famosi di lui che sono affetti dallo stesso morbo tremendo.
Ho scoperto l'uomo dal cuore grande che ha scelto sempre col cuore.
E Firenze ha scelto lui e si stringerà attorno a lui mercoledi sera per una grande festa.
CORAGGIO STEFANO. SIAMO TUTTI CON TE.
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